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lunedì 28 marzo 2016

La squadra di progetto

Creare un buon progetto significa RIUSCIRE A FORMULARE UNA SOLUZIONE BUONA, EFFICACE E CHE SIA IN LINEA CON LE RICHIESTE.
Chi costruisce il progetto è la squadra. Conoscere i componenti della squadra è alla base della riuscita.

Non è mai banale comporre un progetto: se esso è realizzato a più mani occorre strutturare il team con una chiara matrice delle responsabilità (chi fa cosa) ancora prima di cominciare a buttare giù idee.
Mi capita spesso di lavorare in team. Durante il lavoro di squadra esistono delle strane dinamiche in base alle quali, in mancanza di un efficace coordinamento e/o di una sufficiente esperienza nel gioco di squadra, le lavorazioni subiscono "deviazioni". Esse possono essere non costruttive, deleterie e portare ad una mancata riuscita del progetto -ovvero lo rendono inefficace.
Bisogna assolutamente evitare di portare avanti un progetto quando si percepisce che la direzione presa non è corretta. Si rischia infatti di perdere tempo prezioso e non ottenere i risultati sperati. Quindi, se si ha il sentore che le cose non stiano andando bene, occorre quanto prima alzare la bandierina, far evidente le proprie ragioni e sensazioni, confrontarsi con gli altri quindi correggere il tiro. Lo scopo deve essere sempre quello di raggiungere l'obiettivo "riuscita del progetto",  perciò occorre evitare assolutamente la presenza di fattori devianti.

Ma facciamo un passo indietro. Il percorso costitutivo del team si può sintetizzare nelle azioni condotte dai seguenti soggetti:
- un presentatore (proponente)
- una platea (di soggetti, ognuno con singolari capacità).
Il presentatore espone una richiesta alla platea invitandola a far parte di un team. Se l'offerta è gradita -e possibile- allora si comincia a lavorare.

Ebbene, cosa vuol dire "lavorare"? Vuol dire azionarsi, ovvero mettere a disposizione le proprie skills. Per farlo occorre strutturarsi in team e far si che ognuno possa contribuire con le proprie conoscenze e capacità.
Chi struttura il team? Se il presentatore non conosce bene i componenti della squadra, come può dire chi fa cosa? La migliore soluzione è che ognuno, alla luce degli input ricevuti, parli con la propria coscienza e manifesti le proprie capacità proponendosi per contribuire con un preciso ruolo. In sostanza, può capitare che il team si "auto-strutturi" (...e capita spesso! pensiamo agli organismi pubblici cittadini). Qui scatta la chiave di tutto: chi non riesce a porsi domande e leggersi, non conosce le proprie capacità quindi, pur volendo far parte della squadra, non può offrirsi al gruppo correttamente. Ergo, soggetti del genere potrebbero risultare cattivi componenti di team.
Quante volte è capitato che a lavoro cominciato ci si accorge che dei ruoli si sovrappongono, invertono, deviano, ecc ecc creando disarmonie? Nella mia esperienza talvolta è successo! Questo accade quando dei componenti non sono in grado di assolvere i propri compiti quindi fanno a spallate per prendere gli impegni di altri nella speranza che siano per loro più congeniali. Comportamenti del genere non sono costruttivi e leali nei confronti del gioco di squadra.

L'allenatore di una squadra, conoscendo le capacità dei giocatori, costruisce una formazione perché vuole vincere la partita. Se però in campo qualcuno ha dei colpi di genio che influenzano e deviano la strategia, rischia di far perdere il controllo all'allenatore nonché ai propri compagni di squadra -che avvertono il cambiamento senza conoscerne motivi. Ergo, rischio altissimo di perdere la partita. Un buon allenatore, avverte il cambiamento, riporta alla normalità (anche con eventuali sostituzioni) e continua a metter in pratica la propria strategia di gioco a mezzo della sua formazione.


Nel team sostituire è una cosa piuttosto forte e talvolta brutta. Non sempre si può sostituire ... ma l'obiettivo è pur sempre la "riuscita del progetto". Come si opera allora? Il mio suggerimento è questo: in caso di una situazione di disarmonie/sovrapposizioni occorre SENSIBILIZZARE. Fare evidente che la cosa non sta procedendo nella giusta direzione e che è necessario esaminarsi. Ricordare che lo scopo principale non è emergere nel gruppo bensì contribuire a costruire un progetto efficace per il cliente. Se anche questo non bastasse, allora ricorrere alla sostituzione.
NB: i soggetti che creano scompiglio solitamente propongono insistentemente le loro soluzioni, parlano solo loro, giudicano senza valutare e dare contributi, parlano al personale, interrompono, danno ordini senza dire cosa fanno, non coinvolgono, non ascoltano, non si allineano, insegnano anziché dimostrare, non si fanno capire, non si confrontano, ... insomma fanno perdere tempo.

Nel gioco di squadra occorre innanzitutto essere onesti e leali con se stessi e poi con gli altri: non ci si può improvvisare "esperti di". Coloro che sono all'interno di un team devono saper misurare le proprie conoscenze e capacità nell'ottica di poter dare il proprio contributo specialmente dove sono più preparati. Solo così il team si dimostrerà composto da professionisti efficaci e potrà essere idoneo a sviluppare buoni progetti.

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